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Attraverso il decreto legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2023, l’Italia ha recepito la Direttiva UE del 14 dicembre 2022 in materia di imposizione minima globale (global minimum tax), che ha l’obiettivo di garantire che i grandi gruppi multinazionali e nazionali siano soggetti ad un livello di imposizione minima pari almeno al 15% sui redditi prodotti in ogni paese in cui operano.

Come funziona

L’imposizione integrativa in Italia verrà prelevata attraverso tre modalità:

  • un’imposta minima nazionale (“Qualified Domestic Minimum Top-Up Tax – QDMTT”) da applicarsi alle entità italiane appartenenti a grandi gruppi (multinazionali e nazionali), che scontano nel nostro Paese un’imposizione effettiva inferiore al 15%
  • l’imposta minima integrativa (“Income Inclusion Rule – IIR”), dovuta dalle controllanti riguardo alle imprese non localizzate in Italia (comprese le entità apolidi) a bassa imposizione
  • l’imposta minima suppletiva (“Undertaxed Profits Rule – UTPR”) dovuta da una o più imprese di un gruppo multinazionale localizzate in Italia in relazione alle imprese facenti parte del gruppo presenti in altre giurisdizioni soggette ad una bassa imposizione quando non sia stata applicata, in tutto o in parte, e dalle controllanti in altri paesi.

L’imposta minima nazionale è dovuta anche da gruppi nazionali, composti da imprese tutte localizzate in Italia, ed è determinata indipendentemente dalla quota di partecipazione da parte della controllante. Per il pagamento della QDMTT è prevista la responsabilità solidale e congiunta di tutte le imprese localizzate in Italia ed è lasciata la facoltà al gruppo di individuare l’impresa responsabile per il versamento dell’imposta.

Inoltre, sono previsti dei regimi semplificati usufruibili su opzione dell’impresa dichiarante. In particolare, un’esclusione de minimis (per cui la top up tax si presume pari a zero) è prevista per le imprese di gruppi multinazionali o nazionali situate in una giurisdizione quando i loro ricavi e redditi aggregati sono inferiori, rispettivamente, a 10 milioni di euro e a 1 milione di euro in media nel triennio.

Ulteriori regimi di semplificazione transitori da applicarsi nei primi tre anni di vigenza delle norme (periodi di imposta 2024, 2025 e 2026 per le società con esercizio solare), Transitional Country By Country Reporting Safe Harbor, sono previsti in sede OCSE, e importano la presunzione di una imposta integrativa pari a zero in una determinata giurisdizione allorché la presenza del gruppo sia minima o il profitto non ecceda una misura routinaria o infine la tassazione effettiva calcolata in modo semplificato sia pari almeno a determinate soglie crescenti nel tempo.

Tempistiche di applicazione

La decorrenza delle nuove disposizioni in Italia è prevista a partire dall’esercizio fiscale 2024, ad eccezione delle disposizioni riguardanti l’applicazione dell’imposta minima suppletiva, che troveranno applicazione a partire dall’esercizio fiscale 2025.