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I rilevanti scenari geopolitici continuano a caratterizzare una delicata fase storica nel cuore dell’Europa. Gli sviluppi della congiuntura sono ancora profondamente collegati allo sviluppo della situazione che si osserva sul campo ed abbiamo visto come questi possano determinare impatti rilevanti all’interno del nostro sistema economico (volatilità dei prezzi dell’energia, sicurezza negli approvvigionamenti, tensioni finanziarie, spinte inflazionistiche, situazioni di stress al modello di mercato, tensioni nelle catene di fornitura) ed importanti effetti redistributivi all’interno delle singole geografie. Se da un lato possiamo forse pensare che la fase acuta della crisi è alle spalle (il 2023 ha mostrato un rintracciamento dei prezzi gas e elettricità dai picchi dell’agosto 2022), dall’altro rimangono elevata incertezza e volatilità del mercato, e la consapevolezza che il percorso che abbiamo davanti per trovare il ‘giusto’ equilibrio del nostro sistema energetico rimane una sfida estremamente rilevante.

Gli effetti della crisi

La recente crisi energetica globale ha reso chiaro e tangibile la complessità e la dimensione della sfida della transizione energetica sia per profondità del cambiamento, sia per velocità che dobbiamo imprimere. In particolare, gli effetti di questa situazione hanno determinato un forte consenso circa il senso di urgenza della transizione energetica, che già delineato all’interno del Green Deal Europeo ha assunto connotati ancor più stringenti alla luce del mutato quadro geopolitico internazionale.

Lo stato di avanzamento

Se analizziamo la dinamica che sta caratterizzando questa stagione di cambiamenti, osserviamo che il percorso di transizione continua a caratterizzarsi da aspetti di breve termine soprattutto legati alla sicurezza degli approvvigionamenti. Ma le prospettive di lungo termine legate alla sostenibilità ed all’economicità non sono scontati e si relazionano con una situazione in cui la maggior parte della domanda è ancora soddisfatta da un mix di fornitura dominata dai combustibili fossili in virtù delle caratteristiche del nostro sistema produttivo.

Market trends

In base ad una ricerca che abbiamo condotto assieme ai colleghi di Source ad inizio 2023, il processo legato alla transizione rappresenta una opportunità di crescita per gli operatori del settore, soprattutto alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie digitali e legate all’intelligenza artificiale. Il consenso che continua a caratterizzare il settore è tuttavia polarizzato tra la necessità di assicurare resilienza nel breve termine ed una sostenibilità nel lungo termine. La dimensione rischio è un fattore particolarmente sensibile è sta caratterizzando sia il modello di gestione, sia la pianificazione degli investimenti, come per esempio, rischi Cyber, accesso alle tecnologie, acquisizione e retention dei talenti ed evoluzioni legate al quadro regolatorio.

Le 3 dimensioni della transizione

Le dimensioni che stiamo osservando a livello italiano non si discostano dai trend internazionali a meno di alcuni elementi di specificità legati al nostro contesto nazionale. Molti osservano come una 'transizione giusta' passi attraverso la gestione di un trilemma caratterizzato dall’incrocio di azioni del settore pubblico-privato:

Sicurezza

Quando parliamo di sicurezza facciamo riferimento alla sicurezza degli approvvigionamenti, alla resilienza delle infrastrutture e alla valorizzazione delle flessibilità per assicurare il soddisfacimento della domanda. Stiamo osservando (non solo in italia) che la sicurezza negli approvvigionamenti non sempre si coniuga con una riduzione nelle emissioni, come l’attuale situazione emergenziale ha dimostrato. Inoltre, anche se le tensioni di mercato che abbiamo osservato lo scorso anno sembrano ormai alle spalle, ci muoviamo in un contesto di mercato 'sottile' che potrebbe essere particolarmente esposto a shock asimmetrici dal lato dell’offerta o della domanda.

Sostenibilità

La sostenibilità economica deve essere intesa come sostenibilità ambientale lungo lo sviluppo di un processo di decarbonizzazione che poggia su un rinnovato modello di sviluppo economico. La prossima adozione della CSRD sta rappresentando un importante fattore di accelerazione nella misurazione degli elementi di sostenibilità che dalle viste di reporting sta schiudendo impatti sul modello di business delle imprese.

Economicità

È necessario consentire lo sviluppo di un mix energetico economicamente sostenibile e che, di conseguenza, abiliti lo sviluppo della produzione economica a condizioni di profitto. Non è possibile cambiare il mix di produzione energetica o favorire lo sviluppo di sistemi di efficienza energetica in assenza di un cambiamento nella domanda dei consumatori, questo presuppone l’aggiornamento di processi produttivi e più in generale di un modello di sviluppo economico funzionale agli obiettivi di decarbonizzazione. Questo modello dovrà puntare ad una molteplicità di vettori energetici/tecnologie in un contesto di stimolo e de-risking degli investimenti (produzione, infrastrutture, processi produttivi). 

Prospettive future

Il processo di transizione energetica, nel più ampio processo di transizione ESG, sarà un processo lungo che necessiterà di un’azione di coordinamento importante da parte delle nostre autorità di Politica Economica in un contesto dove le nostre imprese stanno già avviando programmi di trasformazione ESG. Benché gli investimenti in energie pulite rappresentino un fattore fondamentale di questo sviluppo, una vera transizione giusta non potrà avvenire senza considerare un modello di sviluppo economico alla base di precise ambizioni in termini di decarbonizzazione. Questo processo richiederà tempo e dovrà svilupparsi facendo leva sugli elementi di eccellenza distintivi del nostro Paese (geografia, tecnologie, reattività del tessuto produttivo) eliminando i colli di bottiglia legati alla burocrazia in un quadro regolatorio stabile e coerente alle linee guida europee. 

La transizione energetica in Italia un anno dopo, fra sicurezza, sostenibilità ed efficienza

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